In tempi di pandemia tutte le istituzioni culturali assumono un ruolo di primo piano nel sostenere la ripresa.
Specialmente in tempi di solitudine e incertezza le arti ci aiutano a riunirci, a guarire e sperare in un futuro e una società migliore. I musei, in particolare, sono vasi di memoria, conoscenza, ispirazione e immaginazione.
L’Accademia Carrara di Bergamo ha messo a disposizione degli utenti un’applicazione gratuita per poter ammirare alcuni dei suoi capolavori anche da remoto.

 

Durante questi mesi trascorsi a casa, ho avuto molto tempo per pensare. Al termine delle lezioni universitarie, ho preso l’abitudine di sdraiarmi sul letto di camera mia e iniziare a viaggiare con la mente, ripercorrendo i momenti felici di quella normalità che oggi sembra solo un dolce ricordo. E subito, senza possibilità di controllo, la malinconia mi assale. Mi manca camminare senza restrizioni tra le strade di Bergamo, visitare musei in città italiane o estere con la macchina fotografica al collo, incontrare gli amici per un aperitivo o per una cena al ristorante. Mi mancano gli abbracci con i parenti e i pranzi con tavolate immense. Quando ripenso a tutto ciò, mi sale il magone. La pesantezza della solitudine e dell’isolamento rimbomba in ogni stanza, ma soprattutto si evince dagli occhi delle persone: quando le incontri per strada percepisci che c’è un’aura diversa, quasi negativa. Puoi scorgere la tristezza nei loro occhi al di sopra della mascherina e domandarti cosa mai avranno vissuto; se anche loro come te hanno perso qualcuno di caro.
Come supereremo tutto ciò?

 

Un tuffo nel passato tra arte e ricordi

Per scacciare i brutti pensieri o superare le giornate storte, sin da bambina, ho sempre fatto ricorso ad un unico potente antidoto: visitare, o meglio perdermi nelle sale delle gallerie d’arte. Assurdo, vero? Sì, ma non troppo.

Ho avuto la fortuna di crescere circondata dall’affetto dei miei genitori che mi hanno sempre sostenuto in ogni mia scelta cercando di assecondare, per quanto fosse possibile, i miei desideri. Mi ricordo quando alle elementari, dopo una gita in Città Alta, mi presentai a casa dicendo a mia mamma che da grande avrei voluto essere o una guida turistica o una pittrice. Lei sorpresa mi chiese quale fosse il motivo di questa scelta e io, tutta entusiasta, le dissi: “Mamma, i quadri sono belli: quindi o li faccio o te li spiego”.

Alle medie, l’interesse crebbe ancora di più, grazie proprio a mia mamma. Per il mio compleanno, mi organizzò una gita di qualche giorno a Roma. Penso di aver trascorso quasi quattro ore e mezza tra i corridoi dei Musei Vaticani, di cui due ore o più nella Cappella Sistina. Un’emozione unica e indescrivibile. Fui così sopraffatta da cotanta bellezza e maestria da sentirmi per la prima volta un piccolo insignificante essere umano che stava ammirando, tra il pubblico, la sinfonia di uno spettacolo straordinario. Da quel momento in poi capii di non volermi più perdere nessun altro tipo di capolavoro artistico italiano.

 

Oltrepassare i confini per poi tornare a casa

Nel giro di qualche mese, visitai musei a destra e a manca. Ebbi questa necessità, di uscire dai confini e esplorare l’“altrove”, come se il bello fosse ovunque ma non nella mia città. Il cambio di prospettiva iniziò alle superiori, grazie a due miei docenti di storia dell’arte che mi insegnarono ad apprezzare le potenzialità del nostro territorio e dei nostri musei locali. Finii, così, per viaggiare da sola con l’obiettivo di assaporare qualsiasi opera nei musei di Bergamo, Milano, Monza, Mantova e di molti altri paesi di provincia. Con libri alla mano e cuffie nelle orecchie, ero solita a trascorrere ore e a godermi ogni minimo dettaglio di ogni singolo affresco: ombreggiatura, uso del colore, densità delle pennellate…

Poi, però, tutto è cambiato. All’improvviso, un evento catastrofico ha rivoluzionato parte della mia, della nostra quotidianità: con la chiusura dei musei a causa della pandemia, è come se avessi perso un pezzo di me. Se ci fermassimo un attimo a pensare, in realtà ci renderemmo conto che i musei sono luoghi animati non solo da capolavori, ma anche dalle risate dei bambini, dagli schiamazzi degli studenti in gita, da adulti e giovani coppie intenti ad ammirare le bellezze pittoriche o scultoree. Dunque, come me, molti altri sentono di aver lasciato qualcosa di loro in quelle mura. Ma è proprio tra quelle mura che si ritrovano migliaia di persone ogni giorno, da ogni parte del mondo.

 

L’arte virtuale simbolo della rinascita

Per colmare questo senso di vuoto, a livello mondiale si sono attivati vari progetti digitali per trovare un punto di connessione e di scambio interattivo tra musei e persone. Come? Attraverso la creazione di modelli in 3D, esperienze di gaming e di realtà aumentata. Tra le numerose iniziative avviate ultimamente, c’è un progetto che mi ha veramente colpito nel profondo, proprio perché promosso dalla città simbolo della “rinascita”.

L’Accademia Carrara di Bergamo ha appena lanciato l’app “La Carrara”, disponibile gratuitamente su iOS e Android, per provare un viaggio straordinario tra alcuni dei suoi capolavori dal Quattrocento all’Ottocento.

 

Come funziona?

Basta semplicemente cliccare su app.lacarrara.it/vista-da-casa da pc, tablet o smart tv per accedere al catalogo e, nel frattempo, aprire l’applicazione “La Carrara” sullo smartphone con cui bisognerà inquadrare le opere. Solo così si avrà accesso a tutte le informazioni e contenuti extra, elaborati per ciascun opera dalla storica dell’arte Serena Benelli: la storia, il contesto in cui è stata realizzata, l’ispirazione del suo autore e molte altre curiosità.

Ma non finisce qui. Con la stessa app è possibile vivere percorsi personalizzati anche all’interno del museo. Basterà avviarla appena entrati, impostare il percorso di visita in base alle proprie preferenze – il tempo a disposizione o la propria passione – e lasciarsi guidare dall’applicazione tra le sale, continuando a usare lo smartphone per conoscere tutto sui capolavori in mostra. Si tratta, dunque, di un’imperdibile fusione tra l’innovazione del presente e i capolavori dei più grandi maestri del passato. Tutto questo grazie ad un’app gratuita e alla portata di tutti.

 

Un viaggio spettacolare

Che dire, un viaggio virtuale assolutamente spettacolare. Perché lo penso? Per la prima volta ho vissuto da remoto un’esperienza interattiva, coinvolgente e stimolante. Ho potuto godermela in totale serenità, rompendo quella monotonia che da mesi aveva preso il sopravvento. Sono riuscita a far conciliare i miei impegni con il mio tempo libero (l’app offre la possibilità di scegliere a proprio piacimento la durata del percorso di visita).

Ho potuto condividere questa mia passione anche con il resto della famiglia. Ormai, è diventata un’abitudine quella di scegliere a turno nel weekend il proprio percorso preferito e gustarlo insieme, comodamente seduti sul divano. Questo ci ha aiutato a conoscerci meglio. A capire al volo lo stato d’animo dell’altro in base alla scelta dell’itinerario virtuale da voler esplorare. Abbiamo assaporato la gioia di ritrovarci come famiglia e il fascino di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Questi sono alcuni benefici dell’avere migliaia di capolavori a portata di un clic.
Che aspetti? Provare per credere!

 

di Michela De Maria
Team Marketing e comunicazione

 

Sul tema:

TED2016

Published On: Febbraio 9th, 2021 / Categories: TEDx / Tags: /

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